giovedì 2 febbraio 2017

NORMATIVE PASTI VEGAN NELLE MENSE PUBBLICHE

di
Franco Libero Manco

NORMATIVE INERENTI  LA POSSIBILITA’ DI USUFRUIRE DI PASTI ALTERNATIVI VEGAN NELLE MENSE PUBBLICHE 
Non è una facoltà ma un obbligo che i Comuni si sono impegnati (a proposito di eventuali dubbi sugli aspetti nutritivi della scelta vegana in qualsiasi età) a rispettare firmando, il 29 aprile 2010, in sede di Conferenza Unificata con Regioni e Ministero della Salute, le “Linee di indirizzo nazionale per la refezione scolastica”, redatte anche con il contributo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca e la Nutrizione  pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n.134 dell’11 giugno 2010, che recitano – a pagina 22: “Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”. Tale prescrizione è stata ribadita da una recente Nota del Ministero della Salute diffusa il 25 marzo scorso.
Tra le motivazioni etiche che comportano la richiesta di menu alternativi con sostituzioni che “vanno assicurate” (adeguate, bilanciate e di buon livello nutrizionale) è compresa anche la scelta vegana, vale a dire l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati dallo sfruttamento e dall’uccisione di animali, latte e suoi derivati, uova, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale.
Risulta in continua crescita il numero di persone che in Italia scelgono di optare per questo genere di alimentazione (l’8% della popolazione è vegetariana e l’1% di questa è vegana, in base al Rapporto Italia 2016, pubblicato da Eurispes) e che numerosi sono i vantaggi (verificati da una moltitudine di studi e dai principali Istituti Scientifici) in termini di prevenzione e tutela della salute che una simile scelta comporta.
La validità della scelta vegana in ambito scolastico è stata inoltre recentemente confermata dalla sentenza n. 245/2015 del Tribunale di Giustizia Amministrativa di Bolzano. Tale pronuncia ha infatti revocato il provvedimento di rifiuto d’iscrizione presso un  asilo nido di un bambino per il quale i genitori avevano richiesto l’alimentazione vegana, deciso dalla Direttrice dell’Ufficio istruzione e scuole del Comune di Merano, che aveva ingiunto alla madre di “consegnare una attestazione del pediatra di libera scelta dalla quale risultasse lo stato clinico del bambino e l’assenza di carenze nutrizionali” stabilendo che, in caso i genitori non avessero provveduto, “il bambino non avrebbe potuto più frequentare la struttura”.
La sostanziale correttezza di una simile interpretazione è riprovata dalla presenza di altri Comuni, quali La Spezia e Milano, che prevedono, al contrario al momento di Senigallia, la possibilità di ottenere pasti senza ingredienti animali per i propri bambini e senza necessità di presentare un parere medico. E altri Comuni grandi e piccoli offrono la scelta vegana, da Rimini a Gradara.

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