giovedì 2 febbraio 2017

PROTEINE ANIMALI, IL CORAGGIO DI CHIAMARLE “NOBILI”


di
Franco Libero Manco

Ci vuole un bel coraggio a considerare nobili le proteine che derivano dal cadavere di un animale. Chi ancora si ostina a considerarle necessarie per la salute umana deve fare i conti non solo con l’eccellente salute di coloro che non ne fanno uso ma con tutti gli animali più forti della terra che costruiscono le loro possenti masse muscolari mangiando erba.
E’ importante considerare che  gli animali carnivori assumono le proteine necessarie mangiando gli animali erbivori i quali hanno a loro volta hanno tratto le proteine dai vegetali, la sola e vera fonte di aminoacidi da cui dipende la vita di tutti gli animali sulla terra.
A tal proposito il Dr. Michele Riefoli dice: “L’essere umano invece di mangiare proteine da fonte vegetale prende i vegetali che le contengono e le da mangiare agli animali che alleva (con tutte le spese che comporta per la gestione della stalla, spreco d’acqua, dio terreno, cure veterinarie, costi di personale ecc.) e poi mangia l’animale dove trova le stesse proteine che aveva prima a disposizione, pagandole di più, ma con una concentrazione di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici ecc. 16 volte maggiori rispetto a quelle che si ritroverebbe mangiano proteine da vegetali, quelli coltivati non in modo biologico”.
In sostanza è da sconsiderati scegliere di mangiare il prodotto A perché contiene il fattore X anche se può favorire ictus, infarto, cancro, ipertensione o diabete ecc. quando posso  mangiare i prodotti B e C che hanno la medesima peculiarità senza gli effetti negativi di A. E, nella fattispecie,  non è necessario abbinare cereali e legumi in uno stesso pasto per ottenere la perfetta miscela di aminoacidi. Chiunque assuma nell'arco della giornata cereali (pane, pasta, riso, etc.) e legumi (come i fagioli, le lenticchie, i ceci, etc.) è in grado di ottenere facilmente tutti gli aminoacidi necessari, senza dover ricorrere al consumo di prodotti animali, con le inevitabili dannose conseguenze scientificamente riconosciute.
Se un individuo mangiasse per un mese solo carne il suo stato di salute sarebbe a pezzi:  se invece per un mese consumasse solo pasta e fagioli, oppure solo frutta o solo legumi o solo ortaggi la sua salute sarebbe ottima. Da questo esperimento si può facilmente intuire quali alimenti meritano l’appellativo di “nobili”.
Gli 8 amminoacidi “essenziali” furono dichiarati tali da W. C. Rose nel 1949 in seguito ad esperimenti effettuati sui topi bianchi i quali hanno un fabbisogno proteico 7-8 volte maggiore dell’uomo.  In sostanza, come asseriva  il Dr. H. Shelton: “Tutti gli alimenti, senza alcuna eccezione contengono tutti gli aminoacidi essenziale”.
Nel 1728 il Dr. Bartolomeo Beccari, scopritore del glutine del frumento, dimostrò scientificamente l’isovalenza tra le proteine animali e vegetali, cioè  gli aminoacidi di origine vegetale sono assolutamente identici agli aminoacidi di origine animale. Non solo, ma  l’utilizzazione delle proteine di un determinato alimento è tanto più grande, quanto minore è la sua percentuale proteica.
Gli esperti di nutrizione dicono che le proteine animali servono costruire i muscoli, ma succede che nonostante la popolazione occidentale mangi almeno il triplo delle proteine necessarie, nella maggior parte dei casi le persone mostrano un organismo tendente al grasso, al flaccido.
Nel 1957, un comitato di esperti della Fao e dell’Oms stabilì il necessario quantitativo in un grammo per Kg di peso corporeo al di. Nel 1963, lo stesso comitato concordò di dimezzare la quota, precedentemente stabilita e di portare a 35 grammi la percentuale di proteine necessarie, per persona al giorno, cioè 0,5 grammi per peso corporeo. Gli igienisti ritengono che tale quantitativo sia ancora eccessivo e che sono sufficienti 0,25 grammi per peso corporeo.
L’organismo umano necessita di circa 25-30 gr di proteine al giorno, leproteine in eccesso, oltre a trasformarsi in glucidi e grassi di deposito con probabile produzione di radicali liberi, non possono essere accumulate nell’organismo come i lipidi ed i glucidi: al fegato tocca l’onere di trasformarle in urea e ai reni di eliminarle. Ma se i reni non sono pienamente efficienti l’organismo resta intossicato e per liberarsene lega le proteine eccedenti alle pareti dei capillari che diventano più spesse impedendo il transito delle sostanze nutritive. Per compensare questa situazione l’organismo aumenta la pressione arteriosa.
L’eccesso proteico più di ogni altro fattore intossica l’organismo. Le scorie prodotte dal consumo eccessivo di proteine, veri e propri veleni per l’organismo, oltre ad acidificare il sangue, ad affaticare fegato e reni, spesso sono causa di uricemia, obesità, calcolosi, reumatismi, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi ecc.
L’eccesso proteico (oltre a causare carenza di triptofano e serotonina) è più insidioso dell’eccesso di zuccheri o grassi, perché con l’aumento del quantitativo proteico aumenta anche la quantità di calcio espulsa con le urine e che col tempo, questo meccanismo genera osteoporosi. Per espellere le proteine in eccesso l’organismo elimina la parte azotata; restano idrogeno, carbonio e ossigeno che utilizzerà come carboidrati con produzione di grassi di deposito.
Le proteine animali, oltre a bloccare la produzione di vitamina D, e ad essere in compagnia di grassi saturi e colesterolo, danno come prodotto finale l’acido urico che i carnivori, provvisti dell’enzima uricasi (di cui l’uomo è sprovvisto) viene trasformato in urea e quindi eliminato.  Nell’uomo questo acido urico si combina con il sodio e si deposita soprattutto nelle articolazioni provocando gotta, dolori articolari, tumefazioni e deformazioni.
Inoltre, mentre le proteine di arachidi, semi di soia, di girasole, di sesamo, di quinoa sono complete, non lo sono le proteine del singolo muscolo di animale (per avere le proteine complete bisognerebbe mangiare l’animale intero. Ed è fuorviante invitare a consumare la carne per la completezza degli aminoacidi essenziali, dal momento che la carne per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotta, e la cottura distrugge (a parte molti altri nutrienti) due dei più importanti aminoacidi essenziali,  la Lisina e la Glutammina.

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